Quando abbandoni di colpo una vita che hai fatto fin lì, e grave non puo’ essere
perché non è certo l’unica vita che hai fatto fin qui.
Quando quindi sei cosciente per quel che è concesso, e serena.
Ti trovi l allora la testa leggera, svuotata di vecchi pensieri, aperta come
il portone, mi viene in mente, del vecchio mercato del pesce a Gallipoli, un bastione
sensualmente rotondo, e buio dentro, tu entri a vedere curiosa i pesci gli oggetti
che staranno sui banchi.
Invece non c’è niente! Né niente, a parte due uomini vecchi che parlano fitto
e hanno un carretto con fili su cui stanno appese collane di peperoncini.
Che sembra un rosso bijoux per l’inverno a Parigi.
Così. Appeso qualcosa, ma soprattutto un colore. La mente è davvero svuotata e il senso del
tempo leggero.
E subito ti entrano cose che prima non avevano posto. Qualsiasi, sensazioni persone coscienze
che sembran passare tra vetri puliti e talmente brillanti che tu, non i contorni non i commenti
né le considerazioni, ma l’essenza stretta di quello che sono, il loro concetto vivente, quello vedi
entrato dentro te.
E’ come guardare la gente che passa sul marciapiede, stando su un muretto un pochino piu’
in là. Tutto si vede e appare facile da comprendere. Oltre le mille parole di una, tu senti quel
piccolo grido di aiuto. Dentro il castello vedi il principe che ne è prigioniero,
in un gesto tra due intuisci la vita consumata in unione che è una e indivisibile,
nel portare una pancia in avanti tu sai come si presenta il mondo a un bambino a venire.
Si beve, piu’ che pensare alla gente, quel succo di vita che oggi li ha spinti fin qui.
Anche una rosa seccata ti dice qualcosa, aspetta settembre, ti dice, non lamentarti di me, sarà maggio di nuovo in autunno.
Anche il gatto piu’ piccolo il meno robusto ti fa chiaro che sta prendendo tempo, mangiare domani vedrai,
oggi sono troppo occupato a capire.
E’ dolce sentire che è bene cambiare e aprirsi di nuovo e lasciare passare di dentro il tempo
che passa che passa e che porta fortune.
4:53:02 PM
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