Marina Wiesendanger's
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  05/10/2006; 17.11.17


venerdì 22 settembre 2006


 

 

 

Visto che la risonanza con contrasto me la posso appendere in cornice, tanto è bella,

e che i grandi prof, che sono stati premurosi e pure amorevoli in questa occasione

- e non è così scontato! Li apprezzo e li ringrazio con il cuore-  mi dicono che hanno finito

con me, non possono fare niente, non è altro che un colpo di freddo (“ a frigore” si dice,

e Kobi mi guarda mentre gli spiego che una notte, distratta, devo essermi data la porta del frigo

in faccia..) ( invece lui aveva capito benissimo, anche se in Svizzera il latino lo ha imparato tutto con la Kappa,

Julius Kesar etketera.)

Mi dicono, null’altro da fare quindi se non aspettare.

e l’occhio che piange?

Eeh..aspettare un po’

E il fatto che non riesco a dire pompelmo senza gonfiare la guancia?

E che rido solo a destra?

Eeh, un po’ di  pazienza,  vuole ancora un po’ di cortisone?

No grazie, rispondo, davvero sono piena così, era tutto delizioso.

 

Viste che le  cose sono impossibili per la medicina ufficiale, mi lancio con un salto metafisico  tremendo e voglio parlare con mia madre,

Che mi ha sempre detto la verità.

 

C’è un numero di telefono, a milano, che suona a vuoto quasi sempre.

Quando risponde, al di là del filo c’è una signora che parla con lo spirito che cerchi.

Tu fai le domande, lei  ti risponde .Lei è lui, in quel momento, cioè la persona che vuoi

e che purtroppo è morta, non abita piu’ qui (sì,  ma dove?)

 

Puoi chiamare anche una vita senza avere risposta, è una cosa che non si sa mai.

 

Drin e subito lei mi dice, “ sì?”

“ posso parlare con la Cocca?”

“ bambin – mi dice questa voce femminile sconosciuta – sono stata trascinata qui …per una manica!”

Mia madre ha un gran senso dell’umorismo. Sono contenta di sentire che è di buon umore.

“ Bisogna dire alla mia bambina che lei non è una campagnola. Ma una cittadina. Ha forzato

troppo il suo fisico nell’aria “buona” , quest’estate.”

Ecco, è proprio lei. La campagna non l’ha mai interessata. Da Montecarlo in su invece le piaceva

moltissimo. E’ morta dopo una leggera colazione al Cafè de Paris. Però prima mi ha telefonato,

mi ha detto che mi amava per sempre e di non preoccuparmi di niente. Poi ha chiamato

l’ambulanza e si è fatta portare in ospedale, dove le è venuto l’infarto.

Solo in vecchiaia, e per amore di noi si è comportata gentilmente nel verde sconosciuto e con un’aria di smarrita sorpresa per l’ambiente. E’ arrivata a incantarsi per le mie rose. Però se le dicevo, mamma guarda il sole,

mentre lei leggeva il giornale, mi rispondeva, “Dove?”

“ Ora è meglio che stia chiusa un po’ tra le sue quattro mura di città.Le farà bene riposarsi.

Passerà tutto, anche presto. Bell’orto però.”

“grazie –dico io col magone.

“ clic” fa l’altra parte del telefono.

 

( continua)

 


4:07:50 PM    comment []


 

 

 

Lascio volentieri andare Kobi in campagna, a chiudere meglio quella casina abbandonata

in fretta  causa paura. Ci sono i semi da raccogliere, girasoli datura, i gelsomini da travasare

la piscina da chiudere.Le noci e gli scoiattoli! I miei pomodori… Ma soprattutto non lo vedo

mentre mi guarda.

Tre giorni per dimenticarmi che lui è il mio specchio.

Penso all’amante di Picasso. Veramente un donna intelligente. Si chiamava Amélie,

poi quel giorno ha mutato il suo nome in Fernande. Mossa intelligente, è diventata due donne

anche per se stessa, così  poteva muoversi all’interno del destino, e della sua famosissima faccia.

E’ troppo tardi per copiarla ancora. Le mie sopracciglia si sono già riallineate. . e meno male..

 

Ho parlato di maghi, ma sbagliavo. Sono magi, senza acca medioevale. Non sono prestigiatori,

ma individui che lavorano con un’altra dimensione dello spirito. Stanno vicino al miracolo, lo cercano

e lo trovano in tutto ciò che ci circonda. Bravi.

I primi tre che conosciamo, seguivano una stella! E guarda come è andata!

 

Annifa su un giornale c’è stato un articolo sulla magia a milano, me lo ricordo. Fattucchiere,

letture di mani, bugie indotte come trappola per smascherare l’indovino..

 il giornalista si era lanciato in un reportage denso di ironia e miserie di soldi neri. Uno scoopino.

Erano proprio i tempi in cui prendersi gioco di tutto, era pure scritto male, scontatissimo.

Ma per conoscere i tarocchi bisogna sapere tutto dell’alfabeto ebraico, di quello antichissimo,

quello palloso senza vocali… lettere come numeri, che davano origine a  migliaia di interpretazioni,

un computer mentale in cui la mente si affaticava e la comunicazione si perdeva.

Il giornalista non era al corrente. Un po’ come Di Pietro, che non sa quello che dice perché dice su cose che non sa…eh,

dovrebbe rifare le medie il ginnasio il liceo e l’università, ma come dio comanda, in posti dove si studia sul serio!

Certo che  si è trovato in linea con il  piu’ glamorous New York Time.. , che sorpresa, eh? c’è davvero da pensare..

 

Ecco, deve essere questo il problema: l’uomo sa ancora pensare? Dov’è che si trova, nella vita quotidiana, un posto per la dialettica,

per i discorsi speculativi, un centro, un' agorà dove si discuta di tutto,

della vita della morte, cose nostre insomma, cose che sono per noi le uniche certe.

E solo per il gusto, e il bisogno! di farlo? Dico, un posto che non sia un bar dell’happy hour.

adoro gli aperitivi, una margarita un mojito anche il vecchio martini in compagnia.

ma non mi basta.

 

Meno male che questo intelligentissimo lungimirante e amorevolmente tedesco uomo

fa il Papa di mestiere! Sennò, chi lo avrebbe, non dico capito, ma almeno frainteso?

Visto che esistono i miracoli, o, se si vuole, le fatali combinazioni?

 

 

( continua) 


4:05:31 PM    comment []

© Copyright 2006 Marina Wiesendanger.
 


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