Marina Wiesendanger's
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  05/10/2006; 17.11.02


domenica 17 settembre 2006


 

 

Quella sera Picasso aveva per le mani una gran bella donna, che ci stava.

Visto che non c’era fretta, la portò sulla spiaggia a vedere tutte le luci della costa azzurra

disegnate sul golfo di Antibes. Era stupenda quella notte di fine estate., ma anche molto umida.

Prendendole il viso tra le mani, prima di baciarla la guardò. E lì davanti a lui intravide il suo futuro di artista. La bocca della signora si era spostata a destra, in mezzo alla guancia. Un occhio era al suo posto l’altro no. Anche il naso era come avesse traslocato ad altro indirizzo. Le sopracciglia

una qua, in alto, una là ma dove? delineavano un punto di vista femminile veramente diverso.

 

Picasso la trascinò in studio e la ritrasse . Divenne famoso. La signora impazzì, insieme al nuovo mondo.

 

Non essendo più questi i tempi di una volta, non mi posso paragonare più di tanto. Certo, quella faccia là è venuta anche a me, ma non ad Antibes. In Umbria, una notte di pioggia che mi sembrava magica. Lo era, a suo modo, quel miracolo si ripetè.

Però Kobi non mi ha ritratto, anzi mi rifiuta ostinatamente anche una sola fotografia.

Non capisce che così il mondo non sarà mai al corrente delle mie trasformazioni. Un’occasione perduta.

Mia cognata, da Parigi, è furibonda con lui. Dice che non riesce a immaginarmi e vorrebbe tanto vedere com’è che si fa. Pazienza.

 

Naturalmente ho visitato il neurologico Besta, il padiglione otorino San  Paolo, il genio delle parotidi al Sacco. Ho dato fiumi di sangue

e ho prestato la mia testa alla risonanza magnetica.

Con contrasto, la vigliacca.

 

Ma, mentre aspetto che tutti i Prof leggano gli esami e si mettano d’accordo, ho avuto il tempo

per me e la mia nuova faccia di andare un po’ in giro a Milano.

 

Le accoppiate taxi - sciopero - pioggia - ospedali ( che stanno vicino alle Alpi ma quant’è grande Milano?? Pensavo di conoscerla e invece ho vissuto in una tazzina in centro per tutta la vita! )  mi hanno fatto pensare ad altre soluzioni.

Ho scoperto il tram, che fin qui avevo sentito solo sferragliarmi sotto le finestre a notte fonda,

un rumore solitario e delizioso, da cartoni animati, ttutrumchpsff..chpffbumtrang.Deleng deleng,

swuifffff.tr.

Se messo in relazione con l’autobus poi, sembra che insieme siano fatti per andare dove volevi tu.

C’è anche la metro, certo, ma è troppo veloce, pochi minuti non vedi niente e sei arrivata.

Devi avere maledettamente fretta.

 

Io non ho fretta, anzi. E’ tutto nuovo per me. Se vedo un caffè al sole sui navigli, mi consulto con kobi, scendiamo e ci diamo all’avventura, oh toh fanno l’indian  brunch, 2 uova benedicts! ma come no, e quando mai, poi ripiglio l’autobus.

Ho scoperto anche un fish point in piazza 24 maggio, un cartoccio di pesce fritto e sale, come a Londra, lei si chiama Gloria e mi chiede, come va? Oggi sei meno storta, si vede benissimo.Mi fa lavare le mani e via sul 29. 

E poi c’è sempre posto per me.  Si spaventano e mi fanno sedere tutti. E’ carino.

Fa bene un gesto d’affetto al settimo nervo cranico, si distende subito un po’, anche se non lo dà a vedere.

E così  io, attrezzata di piantina, come in una città sconosciuta, chessò, Città del Messico, vado a caccia di maghi.

 

A Milano ci sono tre maghi principali. Uno vede, l’altra sente, la terza parla con le entità, poi

ti dice. Fuori Milano c’è il mitico Rossi, che ti fa così male

che il male stesso si spaventa e se ne va. Non ho il coraggio di cominciare da lui, e comincio da qui.

 

Quello che vede è un fenomeno. Bisogna in primis fare una visita, che dura mezz’ora e costa una modica cifra, mi pare meno di 30 euro. Io l’avevo già fatta in lire. E meno male, perché i prossimi appuntamenti sono per il 2009.

 

(continua)

 


5:13:08 PM    comment []

© Copyright 2006 Marina Wiesendanger.
 


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