Marina Wiesendanger's Radio Weblog



Marina Wiesendanger's Radio Weblog

mercoledì 29 marzo 2006


 

http://www.sacripante.it/007/ideericorrenti/6.asp

l'ultimo sacripante. e io con lui.

mi fa sempre piacere esserci.

 

 


11:57:40 PM    comment []

venerdì 24 marzo 2006


 

Lorenzo di Pianogrillo • 3/21/06; 11:31:30 PM #

 

Subito.

Sei mio amico, intellettualmente compatibile.

Anche mio –dice Kobi che mi è passato dietro le spalle.

Cosa dici di un viaggio in Sud America, Davide lo sta facendo e

Michele dice che lo farebbe subito se non avesse responsabilità.

Però Davide ha moglie e due figli e lo fa lo stesso,

lui è un viaggiatore come tu musicista. Una questione irrinunciabile.

Leggilo.

 

http://www.avantdedormir.com/blog/stories/2006/03/24/vueltaSurAmericaAChile.html 

 

http://www.avantdedormir.com/blog/stories/2006/03/24/vueltaASurAmericaDesdeUruguayAArgentina.html

 

http://www.avantdedormir.com/blog/stories/2006/03/24/punaArgentina.html

 

http://www.avantdedormir.com/blog/stories/2006/03/24/nordesteArgentino.html

 

http://www.avantdedormir.com/blog/stories/2006/03/24/desdeArgentinaAChile.html

 

http://www.avantdedormir.com/blog/stories/2006/03/24/chile.html

 

http://www.avantdedormir.com/blog/stories/2006/03/24/argentina.html

 

Ne ho ancora dei pezzi, te li darò alla prossima botta di noia.

 

Da parte mia, non mi annoio.

E no che non mi annoio non mi annoio.

Succedono sempre cose.

 

Abbiamo traslocato, sai? Qui in campagna. Tu non sei ancora venuto, e quindi non sai

com’era messa la casina, Lorenzo. A mezza costa di una delle tante colline umbre, il paese a 1 km.,

nascosto, lei  rivolta agli stessi punti cardinali tuoi!, ma senza vista mare

-è questo il suo limite- dietro si alza il sole, davanti il tramonto. Circondata dai boschi,

scendono ampi dietro e si stringono davanti, come un abbraccio, vanno giu’ fino alla Valdichiana,

e la vista è una quercia enorme, leopardiana, che il sguardo esclude, e poi la Toscana,

Montepulciano in faccia, non distante, inquadrate le sue lucine, la sera, nella finestra della camera da letto

 

Qui, ogni vent’anni, disboscano. Cresce tutto molto fitto, e abbattendo gli alberi, non tutti,

si fanno respirare quelli piu’ forti, hanno bisogno di spazio e luce.

 

E’ così che noi adesso vediamo il paese, e loro vedono noi.. E abbiamo di fianco e sotto tante colline morbide, che prima non c’erano, vediamo la nostre fonte, insomma il panorama è tutto cambiato, è bello,

soprattutto è diverso! Ci sembra di esserci spostati senza muoverci..ed è così.

 

Le istrici, quelle hanno traslocato davvero. Le iris ringraziano.

 

Queste sono le mie novità. Se ti sembra poco!

 

Per il resto, piccole storie di piselli e di fiori.

La storia delle primule è per te Valeria,  che mi hai scritto sui commenti una cosa così carina,

come se io fossi il libro che leggi:  le ho messe, 13 piantine, sotto un corbezzolo che ha una sua

recinzione particolare, un muretto irregolare, ma basso.basso, una specie di sottopiatto ovale,

come quelli americani, da portata.

Il corbezzolo è alto un sei sette metri. Allontanandomi da lui ho avuto l’impressione che mi fischiasse, un richiamo. L’ho guardato. Stava dicendo, ma dì, sei pazza..? Vero, mi sono dimenticata di tutte le belle vetrine che ho fatto? Era un orrore la composizione, una cosa finta

scema brutta.Lui alto alto e sotto i fiorellini colorati colorati… Mancavano i nani di Starck. Esagerare! Come dice Gianfranco Ferrè.

Mi sono vergognata di me..Il giorno dopo le ho ritrapiantate su un muretto dove stanno già dei bulbi di tulipani e narcisi.

Sono primule da viaggio, hanno retto bene, radicato subito prima che cambiassi di nuovo idea.

Le piante hanno un po’ paura di noi che non le conosciamo tanto e giriamo con le forbici,

io credo.

 

Ora vengo a Milano per votare, nessuno mi può trattenere.

Kobi con me ma non vota, è svizzero, non può. Mi piacerebbe vederti.

L’ultima volta che siamo partiti da milano, erano le 11 di mattina.

Alla 1 hanno sfasciato e incendiato macchine proprio davanti al nostro portone,

di certo lo hai visto, ma ti sei reso conto che era proprio lì?

Per la prossima venuta, mi raccomando, vorrei non avere sorprese. Disposta ad annoiarmi

anch’io. Avrò come sempre due cestini con il Gatto e la Cremina, e quelli si spaventano quando

ci sono i cortei.

m

 

p.s. ti mando una foto, mia madre, lei odiava la noia.

Diceva che è cosa da evitare con la massima cura.

Prendeva la cosa molto sul serio.

 

 

 

 

 A picture named Cocca-SEGAL.w.jpg

 

 Pepsico City Museum.

 La Cocca incontra le sculture di Segal.


5:16:50 PM    comment []

mercoledì 15 marzo 2006


A picture named CREMINA.pw.jpg

Ogni tanto mi capita di pensare un po’ in giro, p.es. a un amico che ho amato tanto.

Perché? Ho tempo e non mollo finchè non mi rispondo.

Intellettualmente compatibile.

Era vero? No era internet.

A un’amica con cui ho parlato, e ascoltato molto. Non abbiamo niente in comune.

Perché?

 

Stanotte c’è davvero una luna da paura. E’ piena, è scomparsa per qualche attimo,

un’eclisse. E’ tornata e ha una luce spettrale, è tutto bianco intorno.

Molto piu’ chiaro che la luna d’estate.

E’ perché gli alberi non hanno foglie e quello che si vede è tutta la luce.

E’  la luna d’inverno. Il 21 primavera, ma lo sarà davvero solo dopo il plenilunio di aprile,

pasqua è sempre la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera,

ancora qualche settimana, quattro.

 

Leggo pochi giornali, il Corriere della Sera mi ha dato un brutto colpo, se volevo

schierarmi compravo la Repubblica. Non mi è mai piaciuto Mieli, mai, adesso a Milano

il 35 percento del corriere torna invenduto,

non sapevo che fossero tanti quelli rimasti male come me,

senza il mio consenso mi trovo a far politica..

 

Mentre sono lì che rimango male, partiamo da milano con due gatti, taxi e stazione, ore 11.

Alla una c’è la guerra in corso Buenos Aires, lì dove si vedono le macchine che bruciano,

quella è la casa nostra.

 

Se si possono figurare le generazioni viventi come tutte comprese nell’arco di una stessa giornata,

c’è chi è nato alle 9 di mattina, cappuccino e brioche, e chi alle due, digestivo dopo pranzo.

Non si potranno mai vedere le stesse cose dallo stesso punto di vista. Prima o poi salta fuori

questa differenza di esperienze, e non sembrano facilmente comunicabili.

 

Quindi ho sfogliato la Repubblica di qualcuno, oggi. Una pagina intera su un libro americano,

una scrittrice ha detto no allo shopping e già da un anno, e lo ha fatto veramente.

Toh, ma anch’io! Dice che è dura. Le credo, lei vive a dieta in quella città , New York?,

dove era abituata da una vita a comprare.

Per me è piu’ facile qui in campagna, qui il golfino deve avere un paio di buchi per  essere credibile

e non parlare delle scarpe.

E poi io mi sono sfogata tanto, un minimo di 8oo pullover all’anno,

un quattrocento pantaloni, sui centotrenta capi spalla ma credo di piu’,

ho comprato tutto quello che mi piaceva e l’ho fatto con desiderio personale, il mio negozio mi subiva negli acquisti,  

di questo e quello

uno per me, se avessi trentanni metterei questo osé, se fosse di sera questi sono perfetti,

questo è troppo bello, solo chi lo capirà se lo comprerà.

 

E’ stato facile lasciare, ho fatto il pieno, altroché shopping di sabato mattina.

Per non parlare di cappellini d’inverno, da spiaggia e di accessori.

Le borse poi, me le sono fatte da sola.

 

E’ la prima primavera che passerò in campagna, e Dio ti prego di darmene altre, anche molte.

Perché ho già sbagliato delle cose, e devo rimediare.

Per mancanza, il caffaro con lo zolfo bagnabile al 3%  oggi è già troppo tardi, ci sono ormai le gemme,

e troppo presto il rinforzo all’1%.

Per eccesso, in una serra ho cercato cose per l’orto alto che diventasse un cestino d’estate,

quindi niente primule, né viole né ranuncoli.

Ma ero sotto un tunnel di pastica che pulsava per i colori dei fiori.

Se li metti in terra e non nei vasetti, loro sono perenni, l’anno prossimo rispuntano come

una vecchia meravigliosa fotografia da un cassetto dimenticato.

Lì in ginocchio ho riempito una cassetta di blu e una di tutti i rossi e viola.

Nei blu c’è il celeste il giallo e il turchino, negli altri il fucsia l’arancio il rosa.

 

Ho imparato una cosa, a fare primavera in casa. Prendi un ramo di mandorlo, un legnetto

marrone con bozzoli scuri e serrati.

Metti in un bel vaso, acqua tiepida e un giorno hai fiori bianchi aerei, un profumo delicato.

Bastano tre rami e fai una arredamento, un vaso in ogni stanza

con fiori di colori diversi, il melo il pesco.

Un miracolo. Chissà il ciliegio.

 

Facile non pensare allo shopping qui. Difficile non pensare a pensare.

La gatta sta bene con noi, si è ambientata. Ha mille nomi, Crema, Celestina, Selvaggina

Micia, detti tutti con tenerezza, che ti scappano dalla bocca.

Mi fa gli agguati nel campo,

fa le fusa guardandomi solo a chiamarla,

è dolce e forte di carattere

e non ha paura del Gatto che, era naturale capirlo, un po’ la ama la odia e la rispetta.

Non ha neppure dieci mesi e ha già visto l’inverno milano e la neve.

 


5:00:30 AM    comment []



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Last update: 12/04/2006; 19.03.30.