Nordeste Argentino
12 de marzo de 2006 Spero sia la data giusta, perche' ad essere sincero ho perso un po' la cognizione del tempo. Ieri sera ho dimenticato un aspetto importante, il cibo!!! Qui si mangia veramente di gusto e non la solita carne!!! Solita per modo di dire!!! Locro (un pasticcio di mais, fagioli, carne e non so che altro, con un po' di silantro sopra, ma ti assicuro, Naila, che si trattava di un silantro non eccessivamente forte), Humitas (farina di mais condita con formaggio e non so che altro, avvolta e cotta nella foglia della pannocchia del mais, cotta a vapore, una cosa troppo leggera per me!), Empanadas (molto piu' piccole di quelle del resto dell'Argentina, possono essere fritte o al forno e ripiene variamente o di carne o di jamon y queso o tonno, chorizo, ecc.ecc.) Dulce de cayote con nuez (e' un frutto tagliato tipo le carote alla julienne e leggermente scotto e condito con noci) Tamales (li devo ancora assaggiare e vi diro'), tutto molto buono e incredibilmente digeribile senza problemi. Annaffio ora con vino blanco Torrontes di Cafayate ora con la ottima birra Quilmes, alla quale ora si e' aggiunta qui l'altrettanto ottima birra Salta. Non voglio dimenticare che ti fanno delle ottime spremute di frutta e non te le fanno pagare uno stonfo! Sul caffe' stendiamo un velo pietoso..... Oggi dovevo muovermi alle 6 con la mia Fiat Siena rossa fiammante (ho dovuto prendera la Siena, la Fiat ancora non ha fatto la Pisa, ma poi mi chiedo perche' ha fatto la Fiat Siena e la Fiat Palio che qui vanno per la maggiore, cosa c'azzecchera' mai la citta di Siena con la Fiat e con tutto il sud America!!!!) Alle 6 veniva giu' il diluvio universale e cosi' andava avanti sin dalle 2 di questa notte, sicche' ho deciso di non rischiare a partire col buio ed ho fatto bene......si sono riversate le cascate di Iguazu' su queste malmesse strade del nord dell'Argentina, peraltro ricco di fiumi e torrenti, di conseguenza tutto era straripato, ho dovuto guadare parecchie volte i fiumi che venivano di fuori e investivano le strade anche dei centri abitati che attraversavo, ma badate bene, qui e' la norma, quando piove e' sempre cosi', le acque non le puo' contenere nessuno, primo perche' la quantita' che ne viene e' sempre eccezionale (e i temporali hanno la caratteristica di essere come quelli tropicali), secondo perche' assolutamente qui non e' mai stata costruita una benche' minima opera di contenimento dei fiumi!!! Allora cosa faccio, cosa non faccio, vado avanti, torno indietro, non nascondo che io che non mi spavento facilmente ho pensato che non fosse il caso di andare avanti, ho temuto che la macchina in uno di questi guadi si spegnesse ed addio, oppure ho pensato che fra terra e fango finivo per rimanerci dentro!!! Ma alla fine ho pensato tra me e me, faccia il destino, qualcuno mi aiutera' nel caso!! Ed ho fatto benissimo perche' dopo un ora di cammino e' uscito fuori il sole che pian piano ha preso il sopravvento ricominciando a cuocere tutto, al ritorno aveva fatto svaporare buona parte dell'acqua piovuta!! Ma dove ero diretto cosi' di buon ora? In effetti avevo tante mete, stava a me riuscire a farne piu' che potevo. Questa "carrettera" in cosi' cattivo stato doveva portarmi come minimo a Cafayate e per arrivarci dovevo attraversare la Quebrada, 100 km in mezzo a canyon di colore cangiante, terra e rocce le piu' insolite, forme tagliate dal vento, dalle acque e dal sole, oltre che dai secoli, le piu' incredibili, il tutto in una natura forte, verace, intatta, inaccessibile fatta di enormi cactus, arbusti bassi, condor e rapaci svariati e volteggiare, pappagalli dal canto gracchiante e fortissimo, grandi e grossi e tutti neri, ho percorso piu' di 5 km in un tratto in cui le farfalle erano cosi'tante da sembrare inverosimile che fossi sveglio, caprette che si arrampicavano agilmente su picchi rocciosi staccando pietre e piccoli massi in maniera estremamente pericolosa, guanachi o lama che qui nella regione andina fanno parte di un panorama a noi insolito, al ritorno ho avuto la fortuna di iindividuare sull'asfalto bollente un grosso rettile, un lucertolone, di circa un metro di colore scuro. Potete immaginare le miriadi di soste che ho fatto su questo tragitto, a fotografare, filmare ad osservare ed ad ascoltare non solo canti e rumori di chissa' quali animali, ma anche il silenzio assordante, gia' perche', chissa' perche', in alcuni tratti l'ambiente sembrava non avesse traccia di vita, solo silenzio mai sentito cosi' silenzio in vita mia!!! Eh si, l'hard disk mi si sta riempiendo sempre piu', ho il cervello che avrebbe bisogno di un altro disco per memorizzare, non vorrei riempirlo troppo e perdere tutti i dati d' un botto!!!Vero Rick? Proseguendo su questa statale nr. 68 ho sconfinato nella provincia di Tucuman (faccio presente che qui le provincie possono essere grandi quanto le nostre regioni), sono giunto a Cafayate, cittadina dove perdersi e tanti gia' lo erano perche' ho trovato parecchi backpapers alloggiati nelle pensioncine, classica piazza latino-americana, pace e tranquillita'. Di seguito, dovevo raggiungere le rovine di Quilmes, si proprio da qui prende il nome la birra. I Quilmes erano un popolo indigeno che nemmeno gli Incas sono riusciti e sottomettere, ci riuscirono i conquistadores dopo 130 anni di guerre, quando li hanno deportati tutti e li hanno estinti castrandoli. Che brava gente i conquistadores, non solo hanno rotto le palle a questi popoli nati qui, ma hanno avuto la pretesa anche di farli estinguere, proprio brava gente ed anche civile........di questa civilta' espressione del mondo anglosassone e cattolico-latino siamo espressione di civilta' anche noi italiani, che insieme a spagnoli, tedeschi, francesi ed inglesi facciamo un bel mazzo!!! Leggetevi qualcosa su Cortez, il conquistador e sui gesuiti al suo seguito, bella razza di pezzi di merda! Comunque i Quilmes hanno lasciato traccia di se' in questo villaggio abbarbicato su questo colle, in mezzo ai cactus ed alla terra desertica, dando dimostrazione d'ingegno difensivo ed architettonico senza avere i generali e le betoniere per preparare il cemento. Ah, una nota, in tutti questi 260 km il cellulare e' un oggetto inutile, nessun segnale di mondo moderno e' ammesso, saranno stati i Quilmes ad impedirlo??!! Ora vado Davide
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