Puna Argentina
lunes 13 de marzo de 2006 - Da Salta all'estremo nord
Dicevo l'altro giorno che ho il cervello pieno come l'hard disk del nostro computer di casa, meno male che c'e' Rick a salvarci!! Il mio cervello, nonostante sia supportato da una memoria da 1 gb per la fotocamera digitale (che gia' contiene piu' di 700 scatti fotografici) e da due cassette per la videocamera gia piene per tre quarti (piu' o meno sono a circa 180 minuti girati), a furia di incassare emozioni e immagini finisce per dimenticare, per poi tirar fuori a caso ricordi dei giorni scorsi. Ad esempio non vi ho raccontato che una sera a Buenos Aires, invitato a cena a casa di Veronica e Roberto, sono stato obbligato a mangiare la pizza con l'ananas, che qui va tanto di moda, certo che l'Italia con il passare dei secoli sta sbiadendo la sua impronta qui!!! Un' altra sera a cena in un ristorante a Piriapolis in Uruguay ho nutrito a sufficienza e di nascosto un gatto che era scacciato a piu' non posso dai camerieri e dal titolare in persona, insomma questo gatto alla fine della lauta magnata invece di andarsene mi si e' piazzato a dormire sulla mia satolla panza, riempiendomi di fusa.....i camerieri alla vista di questa scena nulla hanno potuto....il gatto l'ho chiamato Piriapolino! Altre cose mi vengono fuori "ritardate", ma ora vi devo raccontare la 24 ore trascorsa. Ah...ieri sera, nel miglior ristorante di Salta, ho provato il Tamales, ottimo e migliore dell'Humitas, e' sempre cotto nella foglia della pannocchia del mais, ma ha in piu' la carne, qui dove c'e' la carne e' tutto buono!!! Poi mi sono svenato (non in senso economico) per un flan al dulce de leche, meglio del pasticciotto leccese!!! Prima mi ero mangiato un bife de lomo da urlo, un pezzo di manzo che mi si e' sciolto in bocca, ho annaffiato il tutto con 375 cl di Mendoza Seleccion vino tinto della bodega Michel Torino, 12,3 gradi, degno del miglior Primitivo di Manduria e del miglior Chianti classico.....quando mi sono alzato il mio stato di ebbrezza mi permetteva di toccare il cielo di SALTA LA LINDA!!! A letto, a letto che stamani la sveglia ha suonato alle 6, non c'era la pioggia a frenarmi, il mio coche mi aspettava come il ronzino di Don Chisciotte. Alle 6 qui e' buio pesto e lo e' fino alle 7, la prima ora di guida e' stata difficile per due motivi (vi dico subito che fra questi non c'e' il sonno!): primo, la strada che collega Salta a Jujuy (per la precisione San Salvador de Jujuy) e' qui chiamata "ruta de cornice" ossia e' una strada montuosa con un "camino sinuoso", stretta e disagevole, sempre attraversata da corsi d'acqua e immersa nella fitta vegetazione di una foresta tropicale....e meno male che le due citta' sono capoluoghi di provincia!!!! Il secondo motivo e' che su questa strada bivaccano senza meta e senza padroni nell'ordine: cavalli, asini, maiali, pecore, capre, vacche, cani e persone (che non mi spiego dove vadano e da dove vengano!!!)....come ho fatto ad evitarli tutti con il buio e con le curve strette non lo so, ma qui c'ha pensato chiaramente qualcuno ad aiutarmi......ah dimenticavo che ad un certo punto ci si e' messa una bella nebbia, che poi ho scoperto che in queste foreste e' la norma di mattina presto o "madrugada"!!! Ma sono stato ricambiato di tanto pericolo da un evento che restera' memorabile per tutta la mia vita: di colpo, dalla fitta foresta mi e' saltato fuori un puma, sapevo che da queste parti ci sono, ma le speranze di vederli sono vane, insomma questo puma dal classico colore beige scuro mi ha corso per circa 100 metri sul fianco destro a debita distanza dall'auto che in fondo lo spaventava e lui stesso cercava di allontanare, poi all'improvviso come era apparso si e' inabisaato nella foresta tovando un varco e facendomi godere dello spettacolo di un balzo eccezionale.....mi sono fermato piu' per la meraviglia che per la speranza di vederlo tornar fuori. Comunque a Jujuy ci sono arrivato, quando la citta' alle 8 era un fiume in piena di attivita' commerciali moooolto primitive, fatte di piccolissimi commerci, come al solito che svariano dal piu' utile al piu' inutile; tutto molto pittoresco per me, forse per qualcuno di voi non lo sarebbe stato in quanto non si puo' dire che gli standard europei di norme igieniche siano la caratteristica di Jujuy, ma io in queste citta' ci sguazzo, ho fotografato moltissime scene di vita quotidiana fra la meraviglia dei presenti che per lo piu' sono discendenti dei Quechua, sono stato all'immancabile mercato della frutta, ho comprato le spezie, mi hanno offerto le foglie di coca (badate bene, non di nascosto, qui e' normale l'uso per i contadini, la polizia tollera sebbene sia reato, comunque una bustina di foglie da masticare costa un peso, ossia 25 centesimi di euro!!!!) Jujuy ha un incredibile ristorante greco, roba da sbalordire, una bella cattedrale con un pulpito bellissimo, un'aria da fine del mondo, da frontiera, insomma il mio posto. D'altronde il confine con la Bolivia si avvicina e come ho gia' detto io comincio ad eccitarmi quando sento aria di frontiere, per cui mi sono rimesso in marcia con il mio Fiat Siena, un troiaio degno di noi italiani, si guida in perenne controsterzo, meno male che in 20 e passa anni di strade per ogni dove (ricordo "simpaticamente" le strade rumene che da Arad mi dovevano portare in Transilvania da Valentin) e di mezzi di ogni tipo (dalla Skoda Automobilova al furgone ultraventennale di Gaetano, passando per la Jetta usata all'osso per 400.000 km) qualcosa ho imparato!!! La cosa piu' sorprendente della giornata e' stata la scoperta della Ruta 9, la panamericana che da Jujuy (ma proviene da 1600 km piu' a sud) arriva sino a La Quiaca, confine con la Bolivia, una strada fondovalle in ottime condizioni e praticamente deserta, ho attraversato cosi' la Quebrada de Humahuaca, fra i soliti spettacolari scenari della Puna argentina, creati solo e soltanto dai millenni e dalla natura, mi sono fermato in villaggi andini polverosi e bellissimi come Purmamarca, Maimara', Tilcara ed Humahuaca, ho attraversato il Tropico del Capricorno, ben segnalato sulla strada. A Tilcara mi sono preso una bella stanza in queste case fatte di mattoni rossi di terracotta cotti al sole, con bagno e doccia (l'acqua calda solo a partire dalle 5 del pomeriggio, 30 pesos ossia circa 8 euro), poi mi sono mangiato un matambre tiernizado con arroz ed ho ripreso la marcia verso il confine boliviano, solo quando mi sono stancato di guidare sono tornato indietro....senza recriminazioni perche' questa stessa strada la ripercorrero', e' gia nei miei programmi varcare questo confine per andare in Bolivia, mi aspettano il Salar de Uyuni e Cochabamba. Questa strada e' sempre esistita, era la vecchia strada aperta dagli Incas quando spinsero il loro regno sino al nord dell'attuale Argentina e poi e' stata usata dai conquistadores che l'allungarono fino a Buenos Aires, loro dovevano portarsi via tutte le ricchezze che accumilavano a Potosi', ma questa e' un'altra storia...... Ora sono le 9 e mezza "de la noche" qui a Tilcara, forse e' l'ora d andare a mangiare, a quest'ora non si meravigliano se ti presenti. Ahh, un'altra cosa la dico con immenso orgoglio, tutti mi dicono che parlo "muy bien el castellano", mi devono chiedere da dove vengo per capire che sono italiano ed aggiungono che in genere gli italiani si riconoscono subito quando cercano di parlare spagnolo......ma forse non sanno che io non sono italiano......i cognomi che mi hanno generato, Duma e Francavilla, sono italianizzati da Dumas e Francheville.....ed allora io non sono italiano, io sono piu' che mai "citoyen du monde" Davide
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