Marina Wiesendanger's
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  15/03/2006; 5.01.21


venerdì 3 febbraio 2006


 

Nella locanda di Hawkins cominciano ad arrivare piu’ personaggi, ognuno con una storia da raccontare, storie non meno misteriose della sua,

l’eroe del romanzo di Stevenson,

l’Isola del tesoro

tornato ancora giovane dalle sue avventure per mare, e, direbbe lui, in possesso di una considerevole fortuna.

Ci vuole una ragazza per fare le camere, oltre la governante che ha il  suo bel da fare in cucina.

 

Arriva la ragazza:

“Era una ragazza dai capelli castani, le guance rosse e lo sguardo ridente, e questa è Sally, signor Hawkins, mi disse la signora Collins nel presentarmela, Sally Bridges. Sally arrossì ancora di piu’

mentre mi faceva una riverenza insicura e mi diceva come va”

 

 

Conversazione con l’inquilino piu’ vecchio, il pirata:

“E questa sua locanda è un posto curioso, signor Hawkins, mi disee Geoffrey mentre apriva la sua scatola di rapé, perché qui non si fa altro che stare, solo questo. Lo so lo so, lei non capisce quel che dico, ma non è facile da spiegare. Nella gran parte degli angoli del mondo si ha l’occasione di vedere gente occupata in ogni genere di attività fugaci che, a ben vedere, sogliono condurre a poca cosa a parte la stessa distrazione dell’individuo, ma qui è diverso. Qui l’attività principale è quella di stare semplicemente, quasi che la contemplazione di ciò che ci circonda fosse un’attività in se stessa, e piu’ intensa di altre, Come se il paesaggio che scorgiamo intorno a noi avesse bisogno di noi per considerarsi completo e noi di lui “

 

 

Il pirata muore cercando di salvargli i suoi preziosi libri da un incendio

“…solo in mezzo a una folla di nomi di pietra.

Me ne restai lì, davanti alla tomba del mio amico, cercando di raccogliere le forze per tornare a casa, e mi guardai attorno, e il verde dell’erba mi parve un travestimento, la faccia visibile che ci mostra la terra in un tentativo insieme perverso e protettore di non lasciarci comprendere che lei è tappeto da un lato e coperta dall’altro, appena una sottile frontiera fra quelli che la calpestano e quelli che ne sono coperti, fra l’esercito del movimento e quello della quiete, due moltitudini separate dal reciproco oblio. “

 

“Le ultime volontà del cavalier Hawkins

Jesus del Ponte, uno scrittore che mi ha tenuto sveglia in queste notti,

edizioni, infatti, Nottetempo. Il cui primo libro, esaurito, ho provveduto ad ordinare,

e come farne a meno dopo questo che ho amato, e dato il titolo, Los diarios clandestinos de Blancanieves.

Chissà se scrive anche qui come Stevenson. Non credo.


1:54:52 PM    comment []

© Copyright 2006 Marina Wiesendanger.
 


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