Marina Wiesendanger's
Radio Weblog

  15/03/2006; 5.01.16


mercoledì 1 febbraio 2006


 

Il film di Woody Allen è smagliante dall’inizio – da subito- c’è una palla da tennis che va slow motion tra i due campi, è la protagonista del concetto, la fortuna che va avanti e indietro e, sì succede, nella vita succede sempre,  tocca la rete. Si ferma sospesa in aria, come la terra che non poggia su niente,

e una voce ti spiega quello che già mia madre mi spiegò tempo, molto tempo, fa: “ Nella vita ci vuole fortuna, almeno un po’, e se non c’è hai bello che perso” 

La palla del net lo dimostra lì assurdamente ferma sulla rete, se cade oltre hai vinto, se ti ricade in campo hai perso.

Fine della voce, la palla ricade indietro, comincia il film. La fotografia è bellissima.

 

Il personaggio entra subito, è giovane carino educato. Le sue prime parole rivelano, per chi vuole intendere, che non è generoso né morale.

Gioca a tennis e da campione ma ha lasciato il progetto, troppo faticoso, e fa l’istruttore, un modo piu’ furbo e meno coinvolgente  per stare tra gente ricca

in ottimi anzi i migliori ambienti londinesi.

Questa Londra di W.A. è bella così che ti fa venire voglia di partire. Non c’è una strada che non ti chiami. La high society dove il nostro manda a segno tutte le sue palle sposando un’ereditiera e

diventando un manager ricco e rampante è davvero high, dalle case ai passatempi, concerti gallerie caccia e ozio, e a proposito di musica il film si appoggia sulle opere italiane, spiegate nell’aria a sostenerti dall’inizio alla fine, bisognerebbe sempre ricordarsi di dare un oscar a w.a. per la musica.

Si comincia con la Traviata, si finisce con una Furtiva Lacrima, la sua del protagonista, ossessivamente ripetuta quattro volte che gli varrà per tutta la vita.

Prosegue l’azione secondo il carattere del personaggio, che senza rispetto nè lealtà si lascia andare

in un viaggio di passione lascivia e morte.Sempre senza rispetto, appunto, per il progetto degli altri, tutti, dal primo all’ultimo personaggio,

e tutti ne hanno uno nel cuore, che lui calpesterà fino alla morte, come fosse il suo, scartato e morto dall’inizio.

E poi c’è l’ angoscia di essere catturato dagli uomini per le sue cattive azioni.

La palla iniziale diventa la vera nuziale di una delle sue vittime, gioiello di amore e fedeltà scagliato nel fiume per seppellire in acqua la prova, il net simbolico, che non oltrepassa la spalliera del ponte ma ricade sulla riva, il segno della sfortuna, palla in campo. E, benché non riescano a provare i suoi delitti, lui ha perso.

E soprattutto lo sa, lo saprà per sempre mentre la bella vita continua ad avvolgerlo, in apparenza come nulla fosse successo,

tranne che i suoi morti sono piu' pesanti emozionanti che i presenti vivi.

Questa è la storia di Match point. Un film fatto come meglio non si poteva fare, fantastico nel ritmo

e nelle scene.

E buonanotte.


8:59:49 PM    comment []

© Copyright 2006 Marina Wiesendanger.
 


__________

Archivio





















__________



















__________




Google
nel web
in avantdedormir

Counter

Amici invisibili

Pagine viste fino a gennaio 2006:

481.884