Marina Wiesendanger's
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  13/01/2006; 17.35.05


martedì 30 agosto 2005


Caro Dario,

ho letto subito quel libro che, prestandomi, mi hai sconsigliato.

Non l’ho finito ancora ma mi sento di dirti già qualcosa a proposito.

 

L’autrice - no, detesto la parola! Immagino che stia corto per definire una taxista notturna austriaca che quando smonta

recita in un cabaret - diciamo the author , non è veramente una writer.

Là dove “scrittrice” mi illustra un’istrice traditrice che strilla sotto una scrivania di lattice.

Non è, d’accordo con te, una buona writer per un’attenta instancabile “lettrice”.

Che è una che lavora sotto una trattrice in movimento che le scricchiola le ossa.

E’ però intelligente nel suo tema, e davvero esperta. Non per niente ci stupiamo che abbia venduto 2 milioni, due milioni!,

di copie e sia stata tradotta in un film americano. Pensa che un  quattordicenne coming from  the U.S., ospite da me con famiglia,

uno dei 19 ospiti di agosto, mi ha detto noncurante, ah sì, ho visto the movie  last year in NY.

 

Il suo meccanismo è semplice: scrive quello che ha provato comprando una casa in Toscana,

un rudere, come tutti noi - tranne te, che tieni casa di famiglia, - abbiamo osato, incoscienti, fare, e cominciando a ristrutturarlo.

Con tutto quello che comporta, e che è autentica sofferta verità.

Ho scoperto, nel libro, che anche lei ha avuto muratori polacchi favolosi. Quelli che noi troviamo irripetibili tra la manodopera locale.

Che chiama i suoi muretti a secco i Muri polacchi, proprio come i miei. E che li firmano sulla pietra quando finiscono.

Che le storie idrauliche le avventure del riscaldamento, il dramma dei tubi nel bagno, le travi da sabbiare, i calcinacci dovunque non raccolti il problema costante dell’acqua, l’acqua! ancora mi fa paura dopo 12 anni,  sono già successe a tutti noi e non accennano a diminuire nel tempo. Mai una vera sicurezza, mai, lo sai.

 

E l’entusiasmo che ti prende nel fare una casa da alcune pietre di solito messe male sul prato di rovi,

lontane da significarci quanto conoscevamo delle nostre antiche esigenze, è reale.

Il  suo colpo di genio è di averlo detto a un pubblico d’oltremare, che ha già le ginocchia piegate  per amore a sentire dire Italia, e in particolare Toscana, suoni che vanno insieme a ribollita, pappardelle sugo di lepre  funghi porcini, espresso, e che gli obnubila la mente di puro piacere.

 

L’altro goal fondamentale è quello di essersi scelta la casa a Cortona, bella oh come bella tra le più belle città di confine con l’Umbria. Quindi il suo è un reportage attento ed esaustivo di tutto questo: una scelta di nuova vita, il fascino del posto, il durissimo lavoro e la fatica e i soldi che sempre non bastano mai per rendere abitabile una gran rovina appoggiata in paradiso.

In una parola, una nuova fonte di speranza e di giovinezza!

 

Scivola così bene il suo racconto, perché è onesto nel report, che pazienza se osa dare ricette da cui si fa anche troppo chiaro che non sa cucinare né mangiare. Se ti leggi la ricetta del caciucco di pesce… Anche la descrizione della doppia spremitura dell’olio è un pò irritante, dopo la prima  c’è la seconda per l’olio “normale”..

da chi l’avrà sentito dire? O sapeva di scrivere solo per gente straniera che usa pensare che il nostro olio non va bene per cuocere? Quasi, anzi tutti gli americani ti chiedono, pur ospiti, do you have any regular oil?

È lì che il solco tra le culture si fa freddo e profondo nelle nostre cucine. Ma lei gioca sul sicuro, gli vende un concetto testato e completely approved.

 

A volte anzi è così vera nel suo racconto - tutto quello che le succede man mano è più che verosimile, è reale -

che si fa arzilla e emette le sue frasi migliori. Ho apprezzato questa, letta

giusto prima di scriverti :

“ Mi è bastato un giorno e mi sto innamorando dell’inverno”

Succederà anche a me, Dario? Mi ha dato un brivido personale questa sua frase.

 

E ancora: la sua è una guida turistica eccellente, Cortona è in mano di chiunque stia leggendo, e ne vale la pena.

Gli etruschi con lei si fanno meno misteriosi. Oggi ho voluto andar dietro  alle sue tracce. Aveva ragione su tutto.

E il turismo americano lì  in città e dintorni è totale, difficile impossibile trovare una casa in vendita

- i russi ci stanno provando ma devono aspettare che qualcuno abbia nostalgia dell’Oregon e metta in vendita -

i prezzi qui sono  arrivati alle stelle, e incalzante è la domanda,

anche la mia casina, come tutte in zona, ha subito un forte rialzo termico in euro.

Anche la tua grande casa, lo sai.

Innervositi sono solo i giovani indigeni su questo confine tosco umbro, non riescono più a pagarsi uno straccio di pietre e mattoni con qualche ettaro di uliveto, troppo caro tutto per le loro tasche ormai.

 

E lei ti guida in giro, instancabile, per la maremma, per Volci (voglio proprio andarci e presto) Sovano, Sorana, sottovaluta un pò Populonia e dice che Massa Marittima le assomiglia al Far West, si vede che ci prende gusto, ci dà dentro per eccesso di sicurezza. Pazienza.

Ma parla anche di San Galgano , la cattedrale con i soli alti muri senza tetto, dai grandi rosoni vuoti,

di Sant’Antimo così francese, ti ricorda che è stato Carlo Magno a farla costruire per pregarci più

da habitué, insomma lei è meglio del Baedeker per questa nostra terra d’adozione.Believe me.

 

Una cosa sì che mi ha trafitto il cuore, diciamo trafitto e ritrafitto:

la sua casa color albicocca non è quella della copertina. Non lo è.

Quella che vediamo quando abbiamo in mano il libro e che mi ha riempito di dubbi,

quella bellezza rosa sul ciglio di una collina, enorme solitaria bellissima.

Mi aveva fatto sentire, quella foto, come se avessi sbagliato a scegliere un posto sereno intimo e semplicemente bello,

come se mi rendessi conto che, cercando una casa qui, avrei dovuto osare  di più e al diavolo i soldi,

come se non avessi considerato che, in un momento tanto importante di cambiamento della vita,

ci sarebbe voluto il gran coraggio e  il cuore di buttarsi su un pezzo di mondo messo a 360 gradi su tutto.

La casa che è sul libro davanti e dietro è meravigliosa nella sua superba solitudine,

tre soli cipressi due cespugli mille metri quadri di muri dipinti più che intonacati,

e avrebbe preteso il nostro sangue e i  nostri debiti fino ai nipoti dei nipoti.

 

Ecco, oggi che l’ho vista, la sua casa, ho visto pure che non è quella della copertina, caro Dario.

Ma una villotta banale all' umido e in ombra su una strada provinciale, come provinciale è il giardino che ne ha ricavato intorno.

Una delusione molto, troppo grande che mi ha fatto perdere il lume della ragione per qualche ora, 

mi sono sentita stupida e truffata, io e i due precedenti milioni di lettori.

 

So che è l’editore che decide queste cose, so che un business è un business. E il marketing marketing.

 

Sono comunque contenta di averlo letto, sai.

 Ho trovato  nel libro questi versi per me commoventi,

te li leggo, di un poeta beat:

 

Stay together

Learn the flowers

Be light

 

Ci provo, amico mio, ci provo.

 

_______________

 

una poesia

 

State insieme

Imparate i fiori

Siate lievi

 

 

( Gary Snyder)

 


4:23:57 PM    comment []

© Copyright 2006 Marina Wiesendanger.
 


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