Marina Wiesendanger's
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  13/01/2006; 16.12.01


lunedì 11 luglio 2005


A picture named masseria-dalla-terra-m.jpg

Con la testa piena di immagini della sera, la passeggiata nel paese vecchio così pieno di storia,

la Cattedrale romanica con il grande rosone gotico che la solleva piu’ in alto della sua altezza, i portoni le case le vecchie enormi mura, la bellezza di questa città piccola sul mare,

mi è difficile dormire.

Ho affittato un pezzo di masseria avendola vista solo in internet. Michele mi ha mandato un’immagine, volevi la casa sul mare? Che te ne pare di questa?.

So che è divisa in tre parti, che non è affatto cara, che ospiterà solo noi e per il resto sarà tutta vuota, questo mese di giugno ancora senza turisti  è pieno di grazia, voglio che sia domani, subito, adesso.

C’è chiaro dietro le persiane, l’orologio segna neppure le sei. Vado sul terrazzo dell’albergo dove passiamo la notte, venuti in anticipo di un giorno per celebrare qualcosa, oltre la fretta e la voglia di cominciare la vacanza.

C’è un miracolo qui fuori, il sole delle sei è alto è alto come solo alle undici lo vedo in Umbria!

Kobi, che mi sente nervosa, mi dice che poi mi farà un disegno, il sole la terra la collina.

Ma lui dormiva, ha preso solo quello delle 8.

Ho fatto mille cose quella mattina per tirare l’ora dell’appuntamento. Infastidito la signora dell’albergo per la sua  incredibile gelatina di limoni, uscita con un barattolo e la ricetta, davvero segreta!

Andati al supermarket, trovato un posto bianco dove fanno formaggio, suonava così:

“ I bocconcini pronti da 3 minuti, prima viene la burrata. “ Andati dal fornaio, vorrei il pane

di altamura, non c’è, arriva verso l’una. Come mai? Perché lo portano giu’ da Altamura.

Visitata la pescheria, vieni quando vuoi, se non sai cucinare il pesce te lo preparo io pulito, ti insegno la ricetta, che ci vuole? Telefonami.

Presi i giornali, sigarette, vino. Verdeca in purezza bianco, di Leone De Castris , il rosso è Malvasia nera, 70% di uvamaro, 30 di malvasia di lecce.

Fornita di tutto, difesa da pacchi e cartoni, finalmente l’incontro. Buongiorno, buongiorno come state?

Sto di fretta, di ansia, muoviamoci per favore.

500 metri da Otranto, vedo il prato d’erba gialla quasi continuo a destra della strada di campagna

e il mare sotto. Vedo lontano una cosa enorme bianca bella, si avvicina, e vedo che lui gira, Kobi gira, si ferma ci fermiamo, apre un cancello e andiamo incontro a lei, questa casa, sono innamorata, sono incosciente, sono fortunata, avevo prenotato una settimana per giugno e due per settembre.

 

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Notte calda. Faccio bolle dal passato.

 

Tante cose le so e quelle che non so sono la mia passione.

Mi è sempre piaciuto toccare per sapere, la prima cosa che toccavo appena nata era mia madre

e mi ha fatto una grande impressione. Poi mi è  subito arrivato questo fantastico pasto di lei.

Lo so che è successo a tutti , è che a me non riesce di dimenticarlo. A livello fisico e a quello emotivo.
Anzi i due livelli si devono essere incontrati proprio allora, e sembra che non si siano piu’ lasciati,
ancora oggi mi si presentano insieme. Non sempre è una passeggiata.

 

La nonna, prima di lasciarla allattare, le lavava i capezzoli, acqua di malva e prezzemolo per prepararli,

olio di lino tiepido con miele e limone per ammorbidirli. Ero un’ape.
Non volevo lasciarla mai, neppure dopo avere succhiato il nettare fino a strozzarmi.

Piu’ tardi, camminavo già e volevo ancora mangiarla anche se non c’era piu’ latte per me.
Ma capricci urla e le tiravo il vestito per strapparlo finchè mi lasciava fare quello che mi mancava troppo, la bocca le mani i dentini sui seni, stringere e accarezzare, la testa appoggiata addosso a lei, il sonno veniva solo così.

Mia madre mi sorrideva, non era la mia vittima, consapevole del suo assoluto potere su di me
sapeva che ero la sua principessa e la sua schiava.

Ancora oggi mangiare con le mani mi dà un grande piacere.

Quando sono invitata cerco di informarmi del menu che mi aspetta. Piu’ gamberi e pollo e involtini ci sono dove mettere le mani nel piatto, meglio mi vesto, indosso anche un bel gioiello. Così mi prendono piu’ per stravagante che per maleducata.
Mentre succhio la testa di un pesce e mi lecco le cinque dita, solo io so che è un piccolo sostituto di un ricordo struggente.


4:59:07 PM    comment []

© Copyright 2006 Marina Wiesendanger.
 


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