La mia mamma mi ha insegnato quasi tutto quello che c’è da sapere nella vita e con molta attenzione.
Mi ha fornito gli occhialini per guardarla con fede speranza e carità, e a bruciapelo mi ha rivelato che, oltre a tutto quanto detto, è necessario avere, per procedere al meglio, un colpo, qua e là, di fortuna.
Da allora io sto attenta a vedere se e quando si presenta, e a assecondarlo. Qui in Umbria, direi particolarmente attenta.
E’ così che ieri mi sono ritrovata, con Kobi, a far Pasqua nel prato di una famiglia di napoletani
veraci, belli allegri e generosi e a mangiargli anche il tavolo.
Dal forno a legna uscivano capretto agnello carciofi alla giudia, sulla tavola al sole c’era il grande casatiello con le uova sode che spuntavano dalla crosta, pane alle noci, muffins con lo scalogno, salami salsicce capocollo fave e formaggio, pastiera cassata siciliana e bottiglie di vino
precedute da breve descrizione, il marito di Marlisa essendo un intenditore e ricercatore del buon bere.
Eravamo un bel po’, eravamo amici eravamo felici.
I bambini mi hanno invitato sulla casa nell’albero e io ne ero così fiera che non mi importava di chiedermi come scendere.
E’ stata proprio la Pasqua che ci si potrebbe immaginare.
La mia mamma ha fatto bene, a spiegarmi tutte quelle cose.
1:11:57 PM
|