Marina Wiesendanger's Radio Weblog



OSPITI IN CAMPAGNA

OSPITI IN CAMPAGNA DA AMICI

oppure

OSPITARE AMICI IN CAMPAGNA

 

 

Se degli amici vi invitano, oppure voi vi invitate, per qualche giorno nella loro casa in campagna ci sono due, tre consigli da darvi, che possono servire per non cambiare il vostro rapporto di amicizia, che magari vi lega da anni, in maniera definitiva.

 

 

Parte prima, siete invitati.  

 

 

1) L’invito: Venite a passare qualche giorno da noi in campagna, così vi riposate un po’, tanto siamo soli. Attenzione, partite ben riposati, la vita in campagna è dura, non avete dei muscoli allenati come gli habitué e la campagna è sempre più in salita che in discesa. Lasciate pure a casa quel vestitino così carino, che vi siete comperato apposta. Portate la giacca a vento un buon paia di scarpe e tante magliette da sudare, perché di sicuro ci sarà la lavatrice, però può essere che non ci sia l’acqua per farla funzionare.

 

2) La partenza: Meglio partire presto. Vi hanno detto che da casello a casello ci vogliono tre ore e ventisette minuti, poi qualche chilometro su una stradina bianca tanto carina, questo menomale che ve l’hanno almeno detto, perché non vedrete niente, è bianco tutto, prima di voi è passato un furgoncino, bianco pure lui. Calcolate sei ore. Intanto siete carichi come Domenichelli, perché la settimana scorsa i vostri invitanti vi hanno chiesto: Siccome noi andiamo in treno (beati loro), e voi siete più comodi a venire in macchina, potremmo darvi due cosine da portarci giù? Certo, avete premura di rendervi utili. Queste tre valigie di settanta chili l’una, hanno però fatto sì che avete dovuto rinunciare a portare la vestaglia, quel golfino di cashmere e altre cinque cose che vi mancheranno tanto. Avete in mano una cartina, che il padrone di casa ha disegnato e stampato in cinquecento copie. Vi servirà di più per il ritorno, quando conoscerete la zona, perché la geografia è cambiata, la grande quercia è stata abbattuta, il ristorantino ha cambiato nome e lo shopping-center è fallito. Per fortuna tutti sono premurosi e gentili a darvi informazioni. Dopo aver superato lo scoglio del dialetto della zona, evitate quelli che dicono: ci sono tre possibilità per arrivarci oppure: oggi c’è la sagra del crostone, per cui c’è da passare per il fosso. Non chiedete mai del nome dei proprietario della strada, non lo sa nessuno, dite quei forestieri col cane nero oppure quelli con la jeep gialla, che comprano il corriere della sera. Troverete anche chi vi accompagna fino a destinazione.

 

3) L’arrivo: Ciao, ben arrivati, avete trovato traffico? Sarete stanchi, volete un bicchiere di vino fresco? Avete fame? Volete fare una doccia? Volete riposare un po’? Volete fare un bagnetto in piscina?

Approfittate, così premurosi non saranno mai più. Adesso c’è il giro della casa, poi quando farà più caldo, di tutta la proprietà. Ogni gradino, ogni trave ha la sua storia e il suo pedigree. O è stato carissimo, ma non si poteva non prendere, perché era l’ultimo, o è stato un vero affare. Di normale non c’è niente. Siate pazienti, fate tutti i vostri ohhh ahhh e ma va? E preparatevi già d’adesso, perché per l’aperitivo dovete guardare tutte le foto di come era prima. 

 

4) A tavola: qui si mangia quello che produce l’orto. Per esempio nel periodo delle zucchine c’è gaspacho di zucchine, tortine con zucchine, zucchine al forno, zucchine fritte, zucchine in agrodolce con l’olio e l’aceto della casa, quella raffinata e lo stesso delicata ricetta marocchina di tajiine di zucchine, dove oltre alle zucchine ci sono dentro anche uvetta, mandorle e limone. Quando arrivate al sorbetto di zucchine, potete sempre proporre di andare a mangiare una volta fuori, in quel bel paesino che avete passato venendo. Anche quando la padrona di casa si avventura in ricette locali c’è da stare un po’ attenti. Per esempio il pane fatto in casa o l’oco fatto nel forno a legna sono da consumarsi solo in giorni quando il dentista è aperto. Quando il padrone di casa vi offre il vino fatto da lui, la questione diventa un po’ più imbarazzante. Provate questo vinello, è semplice ma carino bevuto fresco. C’è dentro solo uva. Invece sembra che ci sia dentro un sacco di altre cose, la pioggia, l’aceto, il tappo, tutta la crosta della botte. Qui dovete rifiutarvi decisamente per salvarvi lo stomaco e la testa. Per esempio potete chiedere: ma cos’è? È rosso o è bianco?

 

5) La quotidianità: I milanesi in campagna passano il loro tempo a costruire muretti e angolini, pergolati, panchine, tavolini tutti adornati con piante e fiori che spesso hanno solo loro. Ma non possono goderseli, perché non c’è il tempo oppure prima deve ancora crescere. Godeteveli voi. Sempre messo che vi danno il tempo per farlo. Perché succede sempre che ci sono lavoretti da fare, che non si possono fare da soli. Approfitto della tua presenza per: Spostare questo orcio che ha duecento anni (e pesa un chilo per anno). In due possiamo forse sganciare questo sportellone e dare un po’ d’olio. Poi c’è da mettere a posto la legna per l’inverno, che non ve ne po’ fregar di meno, perché l’inverno prossimo siete alle Maldive se superate questo estate. C’è da montare uno scaffale in cantina. C’è da fare questi tre gradini, là dove la terra è più duro del cemento armato, così anche voi passate più comodi. Dite da subito che avete un’ernia al disco, se no vi viene sul serio.

 

6) La fauna locale: Qui ci sono ancora i cinghiali, i tassi, i istrici, i volpi, i scuriattoli come li chiamano qui. Niente paura, non si vedono mai, sono puramente virtuali, anche loro non li hanno mai visti, però dovrete ascoltare tante storie impressionanti, che avrebbero anche potuto accadere. Gli animali che esistono sono i tafani, le zanzare, le api, le vespe, i scorpioni e le bisce. Esistono perché la zona non è per niente inquinata. Manteniamo questo ecosistema. Niente spray, niente disinfettanti, insomma niente prodotti chimici, al massimo qualche goccia omeopatica o estratti di erbe, e tanto prurito e grattare.

 

7) L’acqua: L’acqua in campagna è preziosa come l’acqua in barca. Abbiamo il pozzo più ricco della zona, abbiamo la fonte più potente, però ad un certo punto, l’acqua finisce sempre. O perché la pompa si rompe, oppure  guarda un po’, una siccità come quest’anno non si è mai visto. Per cui, state attenti con l’acqua. C’è un piscina olimpionica, nella stanza degli ospiti c’è la vasca con idromassaggio, c’è la fontanella che per ventiquattro ore fa plitch platch, ma l’acqua è sacra. Una eccezione sola non pone limiti. Il giardino. O la mattina presto (non ho mai visto nessuno), o di sera dalle sette alle nove, le più belle ore del giorno, non si può parlare con i padroni di casa, perché devono innaffiare il giardino. L’aperitivo, fatevelo voi, noi dobbiamo innaffiare le nostre creature. Naturalmente c’è l’impianto di irrigazione, ma in termini di tempo cambia poco, perché c’è da controllare il timer, da spostare i beccuccetti, da sostituire i tubini rotti da un zappamento con troppo zelo.

 

8) L’orto vuole l’omo morto: E’ un vecchio proverbio umbro che è vero soltanto a metà, perché vuole morta anche la donna. L’invitato non po’ scamparlo. Puoi non vedere ‘sti tre tipi di pomodoro, tutti speciali, che poi tengano occupata la padrona di casa a pelare, scottare, sterilizzare, manovrare fuoconi, pentoloni. Questo esercito di vasetti con i relativi coperchietti, che uno è diverso dal altro, già il nome, ”quattro stagioni”, promette bene, per darti un idea di tempo. Non puoi piantare solo una pianta di zucchine, se muore anche lei, allora pianti due, o già che ci sei tre. Naturalmente non muore nessuna. Allora succedono delle situazioni a tavola come sopra. Questo sono solo due delle specie di creature che vivono nell’orto, e tutti devono mangiare e bere e essere zappettate. Insomma o che vivono o che muoiono è sempre un dramma, vuoi non dare una mano ai proprietari?

 

9) La piscina: Una volta fatta è fatta. Grande, piccola, profonda, in cemento, in PVC, a sfioro, copribile, a forma di cuore, di rene, di lingua o di altre parti anatomiche. Poi la sistemazione esterna. Se è in mezzo a betulle o pini ci vogliono filtri magici. Se è bordata di porfido ci vogliono delle ciabatte antiaderenti. Guardate prima come la usano i padroni di casa. Fate prima la doccia per abituarvi all’elemento. Ma attenzione, i primi cinque secondi sono bollenti, dopo diventa gelida. Se dopo il bagno siete più bianchi di prima, usano tanto cloro. Se di fianco a voi vedete nuotare un ranocchio, sono più sull’ ecologico. Ma ancora c’è da stare attenti, perché ecologia e il PVC si trovano male. Sul PVC si formano insidiosi alghette, che per entrare in acqua basta un solo gradino e il resto viene come regalato. Anche il cemento ha i suoi pericoli. Perché invita il costruttore ad inventare fantasiose forme subacquee, che a occhio nudo si notano poco, ma ginocchia, alluci, e sederi possono risentirne per tutta la durata dell’estate. Insomma è più importante sapere nuotare in piscina che in mare.

 

10) Il riscaldamento: Evitate assolutamente inviti nei mesi invernali. Nel Chianti possiamo anche arrivare a meno dieci. Tutte queste romantiche storie con castagne arroste intorno al caminetto, che del resto fa un fumo che ti sembra essere tornato nella Val Padana, a volte si vedono le persone solo dalla vita in giù, è meglio viverle dal sentito dire. C’è il riscaldamento, ma i padroni di casa non hanno mai dormito nella camera degli ospiti.

 

11) La sera: A tavola è simile come a mezzo giorno, si aggiunge solo il problema delle candele. Una volta trovato i fiammiferi, bisogna accenderle. Con la mano giù nel vetro, tra una bestemmia e l’altra, e una folata di vento e l’altra, si vede quello che è in tavola, è come a mezzo giorno, più un tubetto di Fargan. Come puoi dire di no al nocino fatto in casa, al limoncello fatto in casa, al rosolio fatto in casa e il relativo mal di testa fatto in casa. Alle nove e mezzo vi dicono: Noi ci scusiamo, ci siamo alzati alle sei, siamo un po’ stanchi, chiudete voi tutto, ma fate pure come se foste a casa vostra. Ma allora perché hanno messo queste due comode amache per guardare le stelle? Perché hanno messo le sdraio sotto i gelsi dove si sta così freschi? Perché questa panchina sotto il glicine?

 

12) La partenza: Domani partiamo, la serata diventa più allegra. Vi sembra di vedere un guizzo di gioia anche nei loro occhi. Stavolta siete voi che volete andare a letto presto. Domani vi aspetta l’ultima facchinata. Le valigie, mettere a posto la stanza. In più vi hanno regalato sei bottiglie del loro vino mis en bouteille dans le chateau, sei in meno per loro, una cassetta di pomodori non ancora maturi, ma basta metterli sul davanzale a Milano, vedrete che differenza con quelli compri, una cassetta di zucchine troppo maturi invece, che non ce la faranno mai, arrivare a Milano. Mentre gli invitati arrancano sudati con i plichi sui gradini di tufo alti trenta centimetri verso il parcheggio, non possiamo mica portare la macchina vicino alla casa e rovinare il pratino, dalla cucina viene un profumino ma buono di un sughetto per due. Ci baciamo sudati e pensiamo a quella cenetta di ricambio con tutti i complimenti e con tutte le fotografie. 

 

 

 

 

Parte seconda, vi siete invitati.

 

 

Se non ci sono motivi politici o economici o altri tipi di ricambio, i padroni di casa desiderano solo un po’ di compagnia, qualche chiacchiera che non sia la storia di vostra vita, sentire un po’ di musica insieme, insomma dividere il loro piccolo regno con qualcuno. Avranno sicuramente scelto con amore ogni gradino della casa, ogni piantina del giardino, ogni tazzina dello scaffale. E anche se non capite un cazzo di giardinaggio, di ristrutturazione e di arredamento, dimostrate rispetto e fate ogni tanto un complimentino.

 

1) L’invito: Quest’estate passiamo per caso nella vostra zona. Potremmo fare un piccolo detour. Buttatelo li cosi, vedete cosa succede. Se vi dicono: certo, fermatevi pure un paio di giorni, avete raggiunto il vostro scopo. Se sono “qualche giorno” precisate il giorno dell’arrivo e della partenza. Cinque giorni sono tanti.

 

2) L’appuntamento: Se dite partiamo presto, non telefonate alle undici per dire che non avevate voglia di alzarvi. Perché la padrona di casa vi ha già preparato un delizioso pranzetto e s’incazza prima del vostro arrivo. Piuttosto raccontate un balla, dite che dovevate passare ancora in ufficio, o che c’è un traffico incredibile.

Se cambiate la partenza invece, sempre in meno mai in più. Lasciate insistere i ospiti almeno per tre volte per convincervi di prolungare il soggiorno. Non dite mai “mio amore mi ha concesso un giorno di vacanze in più”. Non è lui che deve concedere.

 

3) L’arrivo: Non presentatevi con un salame che avete comperato sull’autostrada o una scatola di cioccolatini che poi mangiate magari tutti voi. Queste cose ci sono già in casa. Se non conoscete i loro gusti, o se proprio non vi viene niente in mente, una bottiglia di Champagne, magari fresca, e una scatola di caviale va sempre bene. Non arrivate con quattro valige, se no alla padrona di casa viene un coccolone. Disfatele subito e mettete via. Non fate un campo di battaglia nella vostra stanza, starete meglio anche voi. Quando non la usate, lasciate le porte sempre aperte, perché magari ci sono nel bagno delle cose che servono, poi in fondo è sempre casa loro. Se c’è una rosa sul tavolino, fate sapere che l’avete notata, fa piacere.

Informatevi delle “regole della casa”. Chiedete se si può fumare e dove e dove no. Comunque non fumate più dei padroni di casa, non fumate in camera, non buttate via le cicche sopratutto non nell’ erba e per l’amor di dio non nel cesso. C’è la fossa biologica. Sembra esagerato, ma si raccolgono centinaia di cicche nei posti più impensabili. Informatevi per il consumo dell’acqua e insomma state un po’ attenti a quello che fanno loro. Hanno sicuramente i loro motivi.

 

4) Il primo giorno: In campagna ci si alza presto. C’è da dare a mangiare al gatto, innaffiare l’orto, aprire tutte le porte, prendere il vino in cantina e metterlo in frigo, etc. etc. non è lavoro, però il tempo passa. Verso le nove si prepara la prima colazione per gli ospiti: caffè, pane toscano, burro, marmellata fatta in casa con le fragole del orto e anche quella fatta con queste buone prugnette dei alberi semi selvatici.

Verso le undici appare la prima faccia addormentata però avvolta in una nuvola di dopobarba che pian piano si confonde col profumo delle ginestre e del gelsomino. Buon giorno, hai dormito bene? Non ho chiuso occhio è ho un filo di mal di testa, però sono molto riposato. Sarà questo silenzio o tutta questa aria buona.

Mi dispiace, con un po’ di senso di colpa. Hai voglia di fare colazione? Qui ci sono varie risposte. No grazie solo un caffè fatto bene e una sigaretta, oppure se non ho un cappuccio e una brioche muoio, oppure una tazza di acqua e limone poi tira fuori una decina di bottigliette di integratori omeopatici, oppure mangia tutto quello che c’è compreso il tavolo. L’ultima è quella preferibile.

 

5) la quotidianità: Uno degli imbarazzi dei ospiti in campagna è stato superato dalla tecnica. Il telefonino, lo hanno tutti. Una volta c’erano situazioni del genere: posso telefonare a mia figlia, che dovrebbe essere arrivata alle Maldive? Sarò breve. Ho visto una cabina telefonica in paese, vado un momento a telefonare. Sai come si fa chiamare collect? In una casa di campagna c’è tutto, ma una cosa manca sempre, la spina tripla. Portate una nel beauty, invece del depilatore, per il vostro caricabatteria. Per evitare ‘sto groviglio di fili elettrici e per evitare le scelte di attaccare il gratta formaggio, l’anti zanzara o il lettore CD auricolare che è così comodo e non disturba nessuno.

Il problema oggi è un altro. Il PC con internet. Posso collegarmi un momento con internet, perché ho un urgente problema di lavoro? Risultato che la line è sempre occupato, e che grazie a internet siamo completamente isolati dal mondo.

 

6) A tavola: Adattatevi agli orari e abitudini della casa. Aiutate a tavola con le cose che non implicano domande tipo dove va questa tazzina, quanto spesso devo tagliare il cetriolo, posso usare questi bellissimi bicchieri. Portate in cucina i vostri piatti e magari lavateli. Se vi offrite a fare la spesa sarete sempre benvenuti. Così potete anche comperare quello che piace a voi. Chiedete che giornale preferiscono e portate oltre la spesa un dolce o una bottiglia di qualcosa. Vi sentirete più a vostro agio nel consumarla. Fate capire che sentite sempre il bisogno di ricambiare tranne in questa maniera: Cara, non ti preoccupare, lavori sempre, stasera cucino io. Terrore. Primo, paura di mangiare male, e secondo, stavolta faccio la cameriera sul serio. Dove posso trovare un tagliere? quale pentola posso usare? noi dalle nostre parti facciamo così, è possibile che in questa casa, dove c’è tutto, non hai l’anice stellata?. Cazzo no, quello non c’è. Chi sa come facciamo a sopravivere? Poi’ pulire e lavare e mettere a posto per due ore e pure dire grazie che buono che era.

Piuttosto invitateli fuori. Anche se loro suggeriscono di andare fuori a mangiare, offrite sempre voi, anche se sono due volte in fila. Non costringete i vostri invitanti a dire facciamo alla romana. Se volevano offrire loro, il cameriere vi dirà: no qui non è possibile. In fondo vi state facendo una vacanzina gratis.

 

7) La piscina: Normalmente è il punto di orgoglio del padrone di casa. Non fate domande del cazzo, tipo quanti metrocubi contiene, quanto è costato e per cui quanto costa ogni bagno. Già ha da fare abbastanza, pulirla, rimboccarla, regolare il cloro etc., non girate il cacciavite nella piaga. Non fate la pipi in piscina. Neanche se siete un bambino o avete problemi di prostata. Anzi, sollevate i proprietari parecchio se dite ogni tanto: vado un momento in bagno. Anche se nella casa c’è tutto, il telomare per la piscina, portatelo da casa vostra.

Fate la doccia prima del bagno, per dare una parvenza di igiene e per evitate ridicoli gridolini entrando in acqua. Se la fate dopo è come far capire, che vi faceva un po’ scifo o che c’era troppo cloro. Mettetevi la crema da sole dopo il bagno per evitare che dopo tre volte la piscina abbia degli aloni di unto. Non mettetevi subito sulla più comoda poltrona chiedendo alla padrona di casa: E’ tua questa bella poltrona cara? Per non sentirsi rispondere: Sono tutte mie cara.

A volte i padroni di casa sono contenti, se siete in piscina, perché così non devono occuparsi di voi, siete fuori dalle palle. Però può anche succedere, che mentre lui vuota la pattumiera, cambia la cassetta del gatto e scopa la scaletta, e lei lava qualche bicchiere, dà l’acqua al basilico e vuota i porta cenere, sentano delle chiacchiere e dei plitch platch dalla piscina; si guardino nei occhi, e si chiedano se hanno sbagliato qualcosa. Insomma state attenti.

 

8) La partenza: Domani partiamo, sareste così gentili da svegliarci? Certo caro, a che ora? Alle undici.

A questo punto non dovete meravigliarvi se alle sei l’oste comincia a tagliare l’erba col decespugliatore intorno alla vostra camera. Ve lo siete meritati. Avete ricevuto una bottiglia d’olio e sapete che gli è costato minimo centomila lire. Non prendetelo come una gentilezza il fatto che vi aiutano a portare le valigie in macchina. Non chiedete, cosa fate adesso? Perché vi diranno: adesso ci riposiamo un po’. E non pensate, questa gentile signora che ha aiutato in casa è più un’amica che una cameriera, non possiamo offenderla lasciando la mancia. Lasciare un regalino o cinquantamila lire non è ne fuori moda né di destra. E quando siete arrivati a casa o dai prossimi amici, telefonate per ringraziare, non solo per chiedere ancora una volta quella deliziosa ricetta di melanzane che ci hai fatto.   

 

9) Il rigurgito: Dring. Ciao cara, ascolta, ho dimenticato il mio caricabatteria. Potresti fare un piccolo pacchettino e spedirlo con posta celere a me presso il casale del gobbo bla bla… poi’ mi dici cosa ti devo.

 

Naturalmente c’è chi non ha bisogno di nessun consiglio. Senza arrivare al estremo e dire: ho paura se qualcuno mi invita. Continueremo a invitare amici perché stiamo bene con loro. C’è chi ci dispiace veramente se vanno via. C’è a chi piace il posto quanto a noi e vede le cose come noi, a chi piace l’orto, a chi piace fare lavoretti in casa, chi ti da dei consigli e aiuti per tante cose, dalle pulci delle rose a internet. Chi di racconta un bel libro o come si dice qui “t'impara” un sacco di cose. Dei veri amici.



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Last update: 11/04/2004; 20.02.02.