Marina Wiesendanger's Radio Weblog



Foto da 1 matrimonio

Gianfranco Basile,

 il re del capospalla. Ha fatto per Kobi l’abito da sposo.., è stato il suo regalo.

Con il risultato che Kobi era vestito in lino bianco e io in rosso Sonia Rikiel…mi ero innamorata

di quel 3 pezzi francese, e poi potevo fare quello che volevo, era già il secondo matrimonio!

Un uomo fantastico pieno di spirito e di dubbi, reso miliardario mentre eravamo tutti insieme

al ristorante, comperato a peso d’oro dai suoi rappresentanti, che si presentavano, poi, così:

piacere, Basile-Ferrante’. Come sposati con il suo nome!  Che risate!

I soldi non gli hanno fatto bene, era troppo presto, gli davano fastidio e li ha spesi tutti,  oggi è in Scozia, da solo e pochi soldi, ma fa il suo lavoro,  insegna taglia e cuce. Grande, Gianfranco. Sempre pieno di fascino per me, quell’uomo nero e pallido.

Un capodanno insieme in mar rosso, mia madre gli ha chiesto, per il veglione, di togliersi il cappotto..almeno per la cena..andava sul mulo a Petra col cappotto, era un distratto.

 

Sì mi ricordo tutto. Mi ricordo che Chris Broadbent, Il Fotografo, ci diceva, investite anche voi, Miuccia investe tutto a NY, è questa la direzione, il futuro. E noi invece andavamo in Cina per

un po’..

 

Capisco oggi meglio, e proprio vedendo la sfilata della mia Veronica. Dico ‘mia’ perché

siamo responsabili della direzione dei suoi studi. avevamo appena fatto uno studio per Marzotto su tutte le scuole di moda del mondo e le  abbiamoconsigliato  il St:Martin’s a Londra.

Lei ci è andata per 3 anni, e, seria e forte com’è, ha tirato fuori il suo meglio. Si è visto ieri.

Ha capito il must dei grandi stilisti, sorprendere ma essere riconoscibili dovunque e sempre, in una vetrina di Tokyo anche a due isolati di distanza.

Ha scelto l’etnico per la primavera prossima, non l’etnico straccione e ignorante, che niente io odio di piu’, uno straccio è bello se è il vecchio pantalone di Lorenzo o un golfino con un buco e toppa, ma

non Cavalli con un tocco di leopardo e strass e strecht. Quando mai un etnico stretch, in che

luogo del mondo?  Per me.

Il suo etnico è sontuoso e metropolitano, mi ha ricordato Ungano, Lancetti e qualche fu di Valentino, ma fresco e veloce, disegnato in sartoria.

 

Noi non eravamo così determinati. Non avevamo la fiamma del successo. Volevamo giocare e soprattutto tra noi.

Volevamo fare una vita a due, e se c’era da investire, investivamo uno sull’altra.

I soldi, quando c’erano, ci sono serviti per i viaggi, a noi due senza figli. E la nostra riconoscibilità, a due isolati di distanza, era l’idea, il punto di vista differente, e i materiali erano tutti, tutti quelli che ci piacevano.

Abbiamo costruito volutamente senza storia, per non annoiarci, per cercare, dal  dentifricio allo champagne per la sera e al caffè per il mattino, solo per allegria, ai mobili, a una collana. La borsa trasparente parla per noi.

 Finito quel boom per via delle copie mondiali,

abbiamo fatto una borsa successiva?

No, per i 7 o non so quanti anni a venire.

 

Ma intanto tutti loro, i miei amici, mi hanno insegnato a riconoscere il vero dal tarocco.

Nessuno mi puo’ confondere, davvero no. Li ho seguiti nel loro lavoro, e oggi sono diventata esperta.

Li ringrazio tutti, gli voglio bene veramente, la mia stima è proporzionale al loro impegno

e ricerca.

Grazie. Continuo il viaggio nella moda dell’anno che verrà. Poveretta, compito davvero duro oggi.

È proprio in un momento così che esce il meglio dei megli.

 



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Last update: 08/10/2003; 18.31.47.