Marina Wiesendanger's Radio Weblog



Marina Wiesendanger's Radio Weblog

giovedì 26 giugno 2003


 

è questo l'ultimo quadro di Kobi,     

un soffio d'aria che gonfia la tenda mentre lui, con il suo amico, lo mette lassu'. 

riconosciuto il suo modo di fare pittura? riconosciuto Kobi? riconosciuto il suo amico?                                                

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12:26:27 PM    comment []

venerdì 6 giugno 2003


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> > mi chiamo Stefano e Le scrivo da Ferrara. Le scrivo, come =
dice<BR>&gt;=20
l'oggetto,<BR>&gt; &gt; &gt; per fare delle critiche e degli elogi al=20
sito.<BR>&gt; &gt; &gt; Devo fare sicuramente i miei complimenti a Lei =
ed ai=20
suoi collaboratori<BR>&gt; &gt; per<BR>&gt; &gt; &gt; il sito, veramente =
ben=20
fatto e pieno di materiale, ma (e qui piovono le<BR>&gt; &gt; &gt; =
critiche) non=20
molto aggiornato... Capisp

                                                      

                        BREAD AND ROSES  (3 foto sotto che non riesco a spostare quassu')  

Ricevo questa mail. faccio un blog perchè quello che dice è' vero, anche se  tutto spruzzato da dolce & gabbana, ha ragione. e se ritrovo le minuscole e le normali, qui cercherò di rimediare. ho un numero di mailing listers aventi diritto di news, li ho sfiniti con le borse, e adesso silenzio da mesi. perchè?

mi racconterò come è andata quest'anno, così da capirlo anch'io. intanto ammetto che il blog mi fa paura per tanti motivi. A parte le tecniche ( le foto sono andate dove vogliono loro, io vorrei che si vedessero adesso) è proprio il concetto che non mi è  chiaro.

anche saltare così tanto gli spazi degli a capo.. e se non volessi?

conosco dei blog forti. Il Simplicissimus di Antonio Tombolini, letto continuamente da migliaia di persone antonio-dipendenti, e già questo è la sua ragione d'essere.  Quello di Massimo Bernardi, un lavoro fantastico sulla musica, un posto di cultura e di remember.

 a parte i maghi del blog, quindi, che cos'è che spinge a scrivere pubblicamente ? un dirsi, un dire, un aspettare che qualcuno te lo legga e ti risponda..Ecco, una cosa del blog che non mi soddisfa è lo spazio per i commenti: è  così stretto, un monolocale senza vista, la camera di un alberghetto in liguria, quella di quando non c'è piu' posto e tu li preghi di farti dormire sotto il letto. C'è qualcuno che sa se si puo' fare piu' sontuoso il luogo dove uno si prende la pena di risponderti? me lo dica, per favore. mi piacerebbe averlo meglio.

mi piacerebbe se il blog fosse luogo da rilassamento. se si dice una stupidaggine, pazienza.( forse ecco perchè i commenti sono così poco invitanti, per non farti massacrare). mi piace perchè non è invasivo, se uno non ci va per lui non è successo niente, non come sul forum -io leggo sempre quello di Antonio di sopra, li conosco ormai i frequentatori, mi piacciono molto e mi viene sempre voglia di chiacchierarci- dove dopo 3 battute puoi stufare, ti senti male vorresti cancellare, non si puo', insomma si è molto in vista.

qui un pò come a casa, ti vengono a trovare se hanno voglia, e uno puo' fare le sue cose, che poi è scriverle, in tranquillità. Un altro, che ti voglia bene, o che sia d'accordo, o che anzi abbia un'altra opinione, puo' sempre dirtelo. E così ha inizio una conversazione.

 quindi sarà uno spazio per la sorpresa, la mia la sua, in modo che l'ospite cerchi le risposte e, se non le trova, diventi anche lui una domanda, come me. ecco che comincia la conversazione.

allora oggi scrivo senza avere fatto una borsa nuova.

perchè non l'ho fatta?  sono andata dietro al mio naso, che non è che sia sempre affidabile, però mi porta dove voglio io. io non volevo andare in giro per fiere nel mondo quest'inverno.    E per farlo piu' chiaro possibile, mi sono ammalata, mi sono presa un fantastico momento di febbre tosse etc, e sono stata ferma immobile a riflettere sul momento storico. C'era parecchio da fare. Era tutto spaventoso. discutevano tutti a voce troppo alta, ognuno aveva una verità assoluta e te la voleva fare ingoiare. Una collezione in quel momento era senza senso.Poi avevo ancora nelle orecchie le voci delle copie dell'anno, Moschino pare  mi ha rifatto il croissant, la figlia di ligresti, pare,  ha aperto una boutique in centro che piu' centro non c'è a milano, con le copie della borsa bassotto..prendendo il modello dal gatto.. Era il loro tempo, il nostro, glielo avevamo già dato.

pensavo anche, negozio, perchè? mi basta questa stretta cornice sul marciapiede di città che si apre si chiude come una scatola? e voglio di piu', o di meno, e soprattutto mi basta di ieri, e non c'è domani che mi distragga da oggi.

al mio negozio, gli ho fatto una veranda davanti, ho seminato le aromatiche come fossi in campagna, ho conosciuto tanta gente attenta alla crescita e all'innaffiamento, ho venduto fiorellini veri e finti, insomma ho avuto primavera in vetrina. sì, ho un pollice verdissimo e tanti nuovi clienti  contenti di questo improvviso verdino in città.

in campagna a febbraio ho potato attentamente le rose, le ho pacciamate con amore. sotto si puo' vedere come gli è piaciuto: quelle grandi sono rose rifiorenti, generose e spampanate, andranno avanti tutta l'estate. le piccole, sembrano di carta certe volte, secondo come la luce le prende, hanno una unica, e imperdibile, fioritura. Se non vai a vederle a fine maggio, devi aspettare l'anno prossimo.

poi ho imparato a fare il pane. non so dire come mi piace. Quel pane che si vede è una double couronne paysanne, perchè la ricetta è francese. Quando lievita la couronne, lievito anch'io. E' una sensazione meravigliosa, chi lo fa lo sa.

poi, un'altra cosa fatta, sono i pigiami per natale. Sono carini, morbidi e caldini tipo inverno e ci sono anche gli abiti da casa in pile. E' stato un bel lavoro, è una collezione per uomo finalmente, e per donna. Ne siamo soddisfatti.

sabato, spontanea come una graminacea in un campo di papaveri, è arrivata l'idea della borsa.                                                                                                                           Kobi l'ha già disegnata, io ho già scelto i colori.  Il laboratorio l'ha già, come dice, "presa in mano". 

adesso devo andare, mi è piaciuto mi sono sfogata .                                                             

 

 

 

  

 


 


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giovedì 5 giugno 2003


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